Lampadari da cucina: 8 consigli per non sbagliare illuminazione
- 21 Set, 2022
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Foto: @assalveshome
Bello sì, ma non basta. Quando scegliamo il lampadario della cucina, ci sono alcune accortezze che dobbiamo osservare: nelle dimensioni, nel materiale, ma anche nella posizione in cui lo andremo a collocare. E soprattutto dobbiamo considerare che nella maggior parte dei casi un solo punto luce non sarà sufficiente e alla classica sospensione dovremmo affiancare altre luci, tutt’altro che secondarie.
1. Quanti punti luce bisogna immaginare in una cucina?
Ci sono cucine piccole e sospese nel tempo, così come immense cucine open space che diventano il fulcro della casa. È quindi impossibile dare una risposta unica a questa domanda, perché dipende da quanto è grande la stanza, dalla presenza o meno del tavolo o dell’isola e da moltissime altre variabili... Ci sono però dei punti fermi da tenere presente perché illuminarla nel modo sbagliato è più facile di quanto si pensi.
Il lampadario e tutti gli altri punti luminosi, come faretti o lampade da tavolo, dovranno essere posizionati in modo da illuminare tutti i punti fondamentali della cucina: il lavello, lo spazio di preparazione dei cibi, il piano cottura, il tavolo da colazione o da pranzo. Ciascuno di questi dovrà avere un punto luminoso dedicato. Pensa a quanto è importante vedere al meglio mentre leggi una ricetta, sminuzzi della verdura o controlli la cottura di una preparazione mentre stai preparando una cenetta romantica o decorando una torta di compleanno.
2. Come/dove posizionare il lampadario in cucina?
Considerando che il lampadario sarà la fonte primaria di luce della cucina, il posto ideale dove sistemarlo è sopra il tavolo o sull’isola, rendendoli ancor maggiormente i punti focali della stanza. Immagina una cena in famiglia con la tavola imbandita e le risate dei bambini, oppure un aperitivo in piedi, con tutti gli amici raccolti intorno a un’isola design con i calici tintinnanti. In questi casi (e in tutti gli altri che ti verranno in mente) potrai pensare a soluzioni con luce ampia e diffusa, confortevoli dal punto di vista visivo, rilassanti, e davvero tanto conviviali.
Foto: @athomeonthegrove
3. E come illuminare invece i pensili cucina?
La soluzione più classica è l’illuminazione tecnica da sottopensili, già presente in moltissime cucine. Ma nel caso in cui il modello che hai scelto non abbia questo tipo di illuminazione incorporata o tu desideri qualcosa di più particolare, potresti scegliere dei faretti, da personalizzare secondo lo stile di casa tua. Attenzione però a dove li installi: bisogna evitare che si creino zone d’ombra e riflessi sugli oggetti. Per questo, è meglio che posizioni le fonti di luce centrate rispetto al piano di lavoro, facendo proiettare il fascio di luce perpendicolare e centrale alla superficie del ripiano.
Foto: @seasidevictorianhome
4. Qual è l'intensità giusta della luce nell'ambiente cucina?
La quantità di luce perfetta è quella che riesce a illuminare al meglio l’area interessata: se è poca andrà a stancare la vista, ma anche se è troppa andrà a infastidire gli occhi. La scelta dipenderà dalla tipologia della cucina che hai scelto, dai suoi colori e dall’illuminazione ambientale della stanza. La cosa più importante è che la luce ci sia nei punti giusti, senza esagerare: 4-5 Watt direzionati nel punto dove ti servono, in certi casi, sono meglio di 20 Watt diffusi.
Non dimenticare che molte lampade e lampadari da cucina offrono la possibilità di regolare a piacimento l’intensità luminosa: dimmerando la luce potrai ottenere in ogni momento il grado di luminosità perfetto. Perché ti capiterà di preparare manicaretti a mezzogiorno di luminosissime giornate estive, ma anche di riscaldare piatti già pronti nel cuore della notte (e forse in questi casi avrai ancor più bisogno di vedere le cose… sotto una luce giusta!).
Foto: Alessandra / Studio Mimoa Milano
5. C’è una temperatura giusta per la luce dei lampadari in cucina?
In generale, le lampadine a luce calda causano meno affaticamento agli occhi perché producono meno raggi UV rispetto alle lampadine più fredde. E in particolare, mentre stiamo cucinando, le luci devono essere il più neutro possibile, per evitare di vedere il colore dei piatti alterato. L’ideale sono quindi fonti luminose dai 2700 ai 3500 Kelvin.
Foto: @ale_spadina
6. Quali materiali sono più adatti per i lampadari da cucina? E cosa è meglio evitare?
La creatività in cucina non conosce limiti. E no, non stiamo parlando di piatti con abbinamenti pregevoli e preparazioni elaborate gourmand, ma di stili di arredamento e di light design. Se stai pensando a quale lampadario mettere in cucina, è meglio che tu tenga presente che ci sono materiali che tendono ad assorbire maggiormente grasso e odori, tipici della preparazione e della cottura dei cibi, così come materiali che sono più facili di altri da pulire. Sì quindi a paralumi in metallo o in materiali verniciati, e molta attenzione se sceglierai invece materiali più difficili da pulire, come i tessuti.
Foto: @halfpaintedhouse
7. Che cosa cambia con gli open space?
In caso di vicinanza degli ambienti, è meglio utilizzare le stesse sospensioni, oppure lampade e lampadari coordinati. Non armonizzare il tipo di illuminazione rischierebbe di caotico e poco omogeneo lo stile della stanza. Esattamente come per il resto del mobilio e dei complementi d’arredo.
Foto: studio di design milanese Moodular
8. L’errore che si fa più spesso quando si scelgono le luci e i lampadari da cucina?
Uno degli errori più frequenti nella scelta dell’illuminazione della cucina è sottostimare la quantità di punti luce. Spesso si pensa che una lampadina potente possa bastare a illuminare al meglio il piano di lavoro, mentre è decisamente meglio orientarsi verso più punti luce. Ma ci è anche capitato un fai-da-te di un lampadario da cucina montato… troppo vicino ai pensili, che non riuscivano più ad aprirsi! Insomma, sì alle scelte di stile ma in caso di dubbi meglio chiedere a un professionista.
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